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Gli amministratori di Monaco tornano a GNU/Linux

L'Open Source e il Free Software tornano a MonacoLa città di Monaco torna sui suoi passi... per l'ennesima volta. Aveva destato sorpresa lo spreco di soldi pubblici che la Città Monegasca aveva ostentato nel 2017 quanto per futili motivi il Sindaco della Città decise la contro migrazione delle 14.000 postazioni pubbliche per presunti motivi di compatibilità  al software proprietario. Oggi la nuova giunta ha ovviamente ripreso a parlare di software Open Source, di codice sorgente aperto e disponibile per i computer delle PPAA locali. (...)

Ma sono amministratori isolati mossi da istanze etiche? Forse fra i consulenti e tecnici qualcuno che riconosce al software FOSS un'eticità ci sarà anche, ma la maggior parte sono funzionari che guardano al bilancio costi benefici sia nell'immediato che nel futuro. Infatti oltre alla questione assenza di costi per le licenze ci sono due altri fattori fondamentali, come il sostegno allo sviluppo di competenze e occupazione  locale e collaborazione fra gruppi di sviluppatori sia nazionali che internzaionali  -due cose che creano un circolo virtuoso quanto a potenziale di crescita- e la trasparenza sulle funzionalità realizzate dai software, altro punto che genera nel tempo capacità di controllo e di fiducia nella bontà del software. Se per molti questo ultimo punto è più che altro una notazione accademica, notiamo che qualche giorno fa, un "errore" che avrebbe permesso a Huawei di inserire una backdor nel kernel di Linux è stata bloccata durante la preliminare fase di revisione del codice scritto.  

Inoltre sempre poche ore fa è arrivata la notizia che Microsoft, storica e  acerrima nemica del FOSS, abbia dichiarato che ha sbagliato tutto e che per fortuna avrà tempo di rimediare ai propri errori. Meglio tardi -dopo aver perso la battaglia- che mai. L'App Immuni -se mai vedrà la luce- non potrà che essere a codice aperto, per ovvi motivi di trasparenza, così come nel medio periodo succederà per le piattaforme di video conferenza che sono andate tanto di moda in queste settimane di LockDown. A queste piattaforme viene affidato il traffico che generiamo mentre facciamo formazione, pianifichiamo strategie, presentiamo risultati, etc. oltre che per l'ambito scolastico anche per quello universitario e aziendale. Dobbiamo aspettare l'ennesimo caso di "uso indebito dei dati" per dire "chi se lo sarebbe aspettato"?

Lascia certamente un po' di sgomento il fatto che tutto ciò continua a essere a carico delle casse dello stato, che sono sovvenzionate dalle tasse pagate dai cittadini e nonostante questo sia stato possibile consentire il cambio di direzione di qualche anno fa che voleva riportare gli strumenti utilizzati dalla PPAA per lo svolgimento delle pratiche relative ai cittadini, con i dati dei cittadini, per offrire servizi ai cittadini verso il software proprietario. Ben venga quindi il ritorno al progetto iniziale nato nella città di Monaco nel 2003.