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L’hype delle AI: Un viaggio tra aspettative e realtà

AI Robot con martello e incudineNegli ultimi anni, l'intelligenza artificiale (AI) è diventata uno dei temi più discussi nel panorama tecnologico e imprenditoriale. Se chiedi a chiunque, che si tratti di un esperto o di un imprenditore medio, se utilizzerà l'AI, è probabile che la risposta sia un entusiastico "sì". Questo entusiasmo è alimentato da un forte hype che promette risparmi, ottimizzazioni e soluzioni quasi magiche a problemi complessi. Tuttavia, come accade con tutte le tecnologie emergenti, è essenziale mantenere una prospettiva equilibrata (...)

L’equilibrio tra risparmio e prestazioni

È naturale che un imprenditore, messo di fronte alla domanda "Vuoi risparmiare?", risponda di sì. Tuttavia, il vero nodo della questione sta nella controparte di questa equazione: la prestazione dell'AI. Nel momento in cui scegli di affidarti a una tecnologia, la sua efficienza, affidabilità e adattabilità diventano cruciali. Non basta ridurre i costi se questo comporta un calo nella qualità del prodotto o del servizio.

Il ciclo di adozione delle tecnologie

Ogni nuova tecnologia segue un ciclo ben definito: inizialmente viene sovrastimata, con promesse spesso irrealistiche; successivamente, attraversa una fase di sottostima, quando le sue reali limitazioni emergono; infine, arriva a uno stadio di assestamento, in cui il suo valore viene compreso in modo più realistico e viene adottata in maniera efficace. Le AI non fanno eccezione a questo ciclo.

Un approccio equilibrato per l’informatica

Per chi lavora nel settore informatico, come me, affrontare l'AI con un approccio luddista (“fuggo dalle macchine”) è tanto inutile quanto temere che un robot possa sostituirci domani mattina. Questi estremi sono poco produttivi. La vera sfida è trovare un equilibrio: capire come sfruttare l'AI per migliorare il nostro lavoro, ma anche individuare i contesti in cui potrebbe trasformarsi in un competitor e adattarci di conseguenza.

L’esperienza con EcoDigi

Nel mio lavoro con EcoDigi, sono ormai due anni che osservo, studio, sperimento e utilizzo le AI. Questo percorso mi ha insegnato che l'intelligenza artificiale non è un monolite; è un insieme di strumenti e tecnologie che possono essere plasmati per rispondere a esigenze specifiche. Ad esempio, l'AI può:

  1. Automatizzare processi ripetitivi, liberando risorse umane per attività più creative e strategiche.
  2. Offrire analisi predittive che migliorano la pianificazione aziendale.
  3. Aiutare a personalizzare i servizi, migliorando l’esperienza utente.

Tuttavia, l'AI non è sempre la soluzione giusta. In alcuni casi, è meglio affidarsi a soluzioni tradizionali o a un mix tra uomo e macchina. Ad esempio, nei contesti in cui il giudizio umano è fondamentale, l’AI può fornire supporto, ma non sostituirsi completamente.

Prepararsi al futuro

In un mondo in cui l'AI è destinata a giocare un ruolo sempre più centrale, è fondamentale sviluppare una mentalità aperta e adattabile. Per questo, continuo a esplorare nuovi ambiti di applicazione, cercando opportunità dove l'AI possa potenziare il mio lavoro senza metterlo a rischio.

La domanda non è "se" l'AI cambierà il nostro modo di lavorare, ma "come". E la risposta sta nella capacità di abbracciare il cambiamento con curiosità, competenza e una sana dose di scetticismo costruttivo. L’AI è uno strumento, e come tale, il suo impatto dipende da come scegliamo di utilizzarlo